Qualche dato di mercato sul settore cartario

Filiera, internazionalizzazione, export...

a cura di Assocarta, Cinzia Caradini

La produzione cartaria italiana segue immediatamente Germania, Finlandia e Svezia e rappresenta uno dei poli tecnologici di eccellenza nel panorama europeo e mondiale.

La produzione di carte e cartoni nel 2013 è stata di 8,5 mln di tonnellate (-0,6% su 2012) mentre il fatturato è stato di 6,7 mldi € (+0,5% su 2012).

Riguardo all’anno in corso, la dinamica produttiva del settore, in buona ripresa nel primo trimestre (+3,4% rispetto al gennaio-marzo 2013) è andata rallentando sensibilmente nel periodo primaverile (+0,9%), per tornare a scendere nel terzo trimestre (-0,9%). Per la sintesi dei 9 mesi la variazione rispetto a un anno prima è pari al +1,1%.

Sul fatturato appare evidente l’influenza di prezzi medi che, nei dettagli delle diverse tipologie, presentano situazioni di criticità diffuse a tutti i comparti produttivi, incluse, questa volta, qualità (come le carte per cartone ondulato e le carte per usi igienico-sanitari) che avevano evidenziato qualche recupero nel corso dello scorso anno.  In considerazione degli andamenti dei volumi prodotti (e venduti) e dei prezzi, il fatturato stimato per i 9 mesi 2014 appare al di sotto dei valori dell’anno prima  (-0,5%), con una sensibile battuta d’arresto rispetto alla dinamica presentata nella parte iniziale dell’anno (+3,3% nel primo trimestre).

Carta in Italia non significa solo produzione ma anche tecnologia, dai macchinari per converting alle intere linee produttive caratterizzate da altissima automazione e specializzata tecnologia che viene esportata in tutto il mondo.

Questo si riflette in termini occupazionali con un indotto tecnologico che raddoppia il numero di occupati. Il rapporto è biunivoco: la forza dell’indotto trova ampia giustificazione nella dimensione produttiva cartaria italiana, mentre la capacità produttiva trova linfa vitale nel supporto tecnologico fornito dallo stesso indotto.

La produzione di carta dal 2007 al 2013 ha subito una sensibile riduzione, pari a 1,6 milioni di tonnellate cioè il 16% del potenziale produttivo pre-crisi. Il fatturato ha avuto una riduzione dal 2007 ad oggi di quasi un miliardo di euro anno. La forte flessione è dovuta al drammatico calo dei consumi interni per la situazione stagnante della nostra economia. In termini occupazionali tra il la perdita complessiva è stata nel periodo di 3mila unità, che, come sopra indicato, si raddoppiano considerando l’indotto.

Nonostante le difficoltà imposte dal lungo periodo di crisi,  gli imprenditori del settore non hanno trascurato i necessari interventi di ammodernamento e di adeguamento dei propri impianti investendo annualmente quote comunque non trascurabili del fatturato: circa il 7% in media nel triennio 2006-2008, oltre il 5% in media nel periodo successivo.

La presenza nei mercati internazionali

Tuttavia il settore ha reagito alla forte flessione interna andando a cercarsi quote di mercato all’estero: questa operazione è avvenuta con un certo successo. L’export rappresenta una quota rilevante della produzione del settore: 44% in volume e circa  52% in valore e anche nei primi mesi del 2014 il trend dell’export è in aumento (nei 7 mesi +3,4%.in volume, +4,5% in valore).   Questo significa che il settore cartario è un settore dinamico e in grado di reagire positivamente (ma non senza sacrifici) alle situazioni di difficoltà.

Ma la presenza dei prodotti nazionali oltre confine è ancora più ampia se consideriamo gli investimenti realizzati dai nostri imprenditori all’estero:  il settore cartario in Francia, Germania, Spagna e Polonia, ma anche UK ed USA, parla sempre più italiano.

Lo sviluppo della nostra industria all’estero è la lampante dimostrazione della specializzazione italiana che si traduce soprattutto in efficienza, non solo energetica, flessibilità ed innovazione.

Sono molti i gruppi industriali italiani che vantano consistenti produzioni all’estero.

Molti di questi appartengono al polo di Lucca, vera eccellenza in Italia per questo settore, con esponenti di spicco sia nella produzione, in tutti i settori (packaging, tissue, ondulato), che nella tecnologia, soprattutto macchinari per converting ma anche tecnologie termiche e cogenerative.

Il settore carta a Lucca esprime quasi il 50% della carta italiana, in termini di produzione di fatturato e di occupazione, analogamente per l’indotto.

Il fatturato 2013 del settore produzione carta del distretto si attesta intorno ai 3 mld con una occupazione diretta superiore alle 8.000 unità.

La Filiera della Carta

Allargando il discorso all’intera filiera cartaria, includendo cioè, oltre al settore cartario, i comparti delle macchine per carta, dell’editoria, della grafica e della stampa, ci troviamo di fronte a una parte di rilievo della  nostra economia che nel 2013 ha presentato un fatturato complessivo di oltre 31 mldi di €, pari al 2% del PIL,  per il 29% circa provenienti da vendite all’estero. La Filiera occupa oggi 210mila addetti diretti (4,7% dell’intera industria manifatturiera) cui vanno aggiunti circa 518mila unità operanti nell’indotto, per un complesso di 728mila unità.

Nel corso del periodo 2007-2013 il calo occupazionale è stato di oltre 41mila addetti diretti e più di 60mila nell’indotto, con una perdita complessiva di fatturato di 12 miliardi di €.  Anche in questo caso l’unico indicatore in controtendenza è apparso l’export, passato da 8,7 a 9,1 mld di €.

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