Istituti superiori, di durata quinquennale, che prevedono, a partire dal prossimo settembre, «un biennio comune a tutti gli indirizzi del settore tecnologico e un triennio a forte valenza tecnica, nel quale a una solida preparazione culturale si affianca l’acquisizione di competenze specifiche legate al mondo della carta», spiega Siriana Becattini, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Superiore Marchi-Forti che ha inserito l’indirizzo di «Tecnologie cartarie» con lo scopo di «formare tecnici con competenze specifiche, che rispondessero alle richieste di aziende che si presentano di piccole e medie dimensioni, ma con forte caratterizzazione nel territorio pistoiese, e di grandi dimensioni e indirizzate nella produzione del tissue e dei prodotti in cartone ondulato nella Lucchesia». Allo stesso tempo, anche l’Istituto Superiore S. Pertini di Alatri, ha aperto un nuovo indirizzo a orientamento cartario «operando in un distretto produttivo, quello di Frosinone, che è secondo in Italia dopo Lucca», precisa Anna Maria Greco, dirigente scolastico dell’Istituto.
Il sostegno di Assocarta: motivazioni e obiettivi
Assocarta ha sempre incentivato e sponsorizzato la formazione cartaria in Italia, con l’attivazione di diversi corsi. Abbiamo chiesto ad Alessandro Fedrigoni, vicepresidente Assocarta, quali riflessioni abbiano spinto l’associazione ad appoggiare l’iniziativa e con quali obiettivi. «Assocarta da sempre è convinta che la formazione non sia un costo ma un investimento finalizzato alla valorizzazione di quelle competenze necessarie alle aziende per continuare a competere sui mercati», spiega Alessandro Fedrigoni. «Al riguardo occorre innanzitutto fare una distinzione. L’associazione promuove da diversi anni con un importante sostegno economico iniziative di formazione specialistica cartaria: la scuola cartaria di San Zeno a Verona con il corso annuale post diploma e diversi corsi brevi a calendario e il Master di I livello in produzione della carta e cartone e gestione del sistema produttivo gestito dal Celsius di Lucca. Di diversa natura è invece il supporto di Assocarta agli istituti tecnici che hanno attivato l’opzione carta tra le diverse offerte formative». E per aver un quadro completo della questione, occorre fare una breve cronistoria.
Cosa è accaduto dopo la Riforma Gelmini
Fino al 2009, l’unico istituto con indirizzo cartario su tutto il territorio nazionale era quello dell’Itis Merloni di Fabriano. Poi è intervenuta la riforma dell’Istruzione conosciuta come Riforma Gelmini, che ha profondamente modificato la struttura delle scuole e Università in Italia. «Ne sappiamo qualcosa», spiega Fedrigoni, «perché in seguito alla Riforma Gelmini siamo stati costretti a chiudere il corso di laura in ingegneria cartaria del Politecnico delle Marche, in quanto non più sostenibile. E in più, è stato abolito anche l’indirizzo cartario per gli istituti tecnici e inserito in quello più ampio della chimica. Per più di un anno Assocarta si è spesa presso il Ministero dell’Istruzione, che, a onor del vero, è parso da subito molto collaborativo, affinché l’opzione carta fosse fatta confluire nell’indirizzo grafica e comunicazione, più rappresentativo della filiera a cui la carta appartiene. Raggiunto l’obiettivo, l’Itis Merloni di Fabriano, dal 2011 ha attivato l’opzione carta nell’ambito dell’indirizzo grafica e comunicazione».
L’imprescindibile coinvolgimento delle aziende del territorio
E veniamo a oggi. «Negli ultimi due anni altri due istituti tecnici hanno attivato l’opzione carta: uno a Pescia, in provincia di Lucca, il distretto cartario per la produzione del tissue e cartone ondulato più grande d’Europa, l’altro ad Alatri, in provincia di Frosinone. Anche questo territorio ha ottenuto il riconoscimento di «sistema produttivo locale» per l’industria cartaria. Entrambi hanno un alto concentramento di aziende cartarie sul territorio.
Questa è stata la ragione principale che ha spinto Assocarta a sostenere i progetti dei due Istituti, ma a una condizione, imprescindibile: il coinvolgimento delle aziende del territorio nell’elaborare i programmi specifici dell’opzione carta insieme con le scuole».
Al riguardo, in stretto coordinamento con le associazioni territoriali di riferimento e con il supporto tecnico del professor Paolo Zaninelli, responsabile didattico della scuola cartaria di San Zeno, sono stati infatti costituiti due gruppi di lavoro composti dai docenti scolastici e rappresentanti delle aziende per elaborare i programmi delle materie specifiche sulla produzione cartaria. Il passo seguente, altrettanto fondamentale, sarà poi la formazione dei docenti che andranno a insegnare queste materie agli alunni. Tutto dovrà essere pronto per l’anno scolastico 2015-2016, quando inizierà il triennio specialistico. «Un progetto nato nella forma migliore», ha commentato Zaninelli, «che viene portato avanti anche con grande disponibilità da parte di molte aziende, con l’auspicio che loro stesse trovino poi un buon riscontro. Non è così facile avere scuole e istituti tecnici così fortemente legati al settore produttivo, e per questo è una sfida che ci siamo sentiti di affrontare».
Valorizzare le competenze dei profili di cui hanno bisogno le imprese
«Solo attraverso un rafforzamento del raccordo scuola-impresa-lavoro, obiettivo, peraltro, imposto dall’UE con la strategia 2020, si avrà la possibilità di una valorizzazione delle competenze di quei profili professionali di cui hanno bisogno le imprese», conclude Fedrigoni. «Attualmente il gap tra domanda e offerta è ancora ampio, ma lavorando tutti insieme possiamo contribuire a ridurlo ottenendo vantaggi alle aziende perché possono avvalersi delle competenze di cui hanno bisogno e che hanno contribuito a formare. Poi vantaggi alla scuola perché è più vicina alle esigenze reali del proprio territorio. Ma soprattutto vantaggi per i nostri ragazzi che in questo modo hanno la possibilità di trovare un impiego più facilmente e, di conseguenza, guardare al futuro con più serenità».