Cepi

Cepi: le statistiche preliminari 2022

Lo scorso febbraio, la Confederazione delle industrie cartarie europee ha pubblicato le sue statistiche preliminari 2022 in cui descrive lo stato dell’arte dell’intero settore, colpito dall’aumento dei prezzi dell’energia e quindi con una produzione in calo ma, tuttavia, molto resistente.

di Roberto Carminati

Come per molti altri settori, anche per la carta il 2022 è stato un anno controverso, le cui criticità sono state recentemente riassunte da Cepi www.cepi.orgnel suo rapporto Preliminary Statistics. La Confederazione delle industrie cartarie europee, guidata dal direttore generale Jori Ringman e che rappresenta 18 associazioni nazionali e circa 500 aziende, ha subito sottolineato che il settore si è dimostrato effettivamente resiliente. Allo stesso tempo, non è stato possibile nascondere il -5,9% di produzione che i fornitori di cartone e carta hanno dovuto subire negli ultimi 12 mesi. Le ragioni principali del calo vanno ricercate nel «pesante impatto sull’industria dei prezzi elevati dell’energia» e nel «brusco rallentamento dell’economia europea nella seconda metà dell’anno scorso». Il risultato è che la produzione totale è stata di 84,8 milioni di tonnellate e si è registrato un calo «in quasi tutti i tipi di carta e cartone, con l’eccezione dei tipi per uso domestico e sanitario». Tuttavia, secondo Cepi i consumi sono rimasti stabili nonostante il Prodotto Interno Lordo dell’UE abbia registrato un trascurabile +0,3%, a testimonianza di un quadro economico stagnante, soprattutto negli ultimi due trimestri dell’anno. Inoltre, le previsioni non lasciano presagire alcun ottimismo, poiché si prevede che l’economia europea guadagnerà un mero +0,8% nel 2023, mentre un ulteriore aumento dell’1,6% è previsto solo per l’anno successivo.

Tempi duri per il riciclo

Vale la pena notare che il continente non è stato il solo ad affrontare le conseguenze dell’impennata dei prezzi dell’energia – che ha costretto molte cartiere a interrompere temporaneamente le loro attività – oltre, molto probabilmente, a quelle della guerra russo-ucraina e dell’approvvigionamento di materie prime. Infatti, «una diminuzione della produzione è stata osservata anche nei maggiori Paesi produttori a livello mondiale», ovvero «Canada, Giappone, Stati Uniti e Corea del Sud». Anche in queste nazioni si è osservato un calo della produzione, compreso tra 0,5 e 3,5 punti percentuali. Cepi, come anticipato, ha sottolineato che la divergenza nei trend di produzione per i settori grafici e gli imballaggi, nonché per i settori sanitari e domestici, è continuata nel 2022 e ha aggiunto che le criticità hanno avuto un impatto anche sull’aspetto cruciale del riciclo. «L’utilizzo di carta da riciclare da parte delle aziende dell’area geografica coperta dai membri Cepi è diminuito del 6,4% rispetto al 2021», ha riferito, indicando ancora una volta le persistenti turbolenze del gas e dell’elettricità come le principali fonti di problemi. Il loro comportamento ha «colpito in modo significativo le cartiere per il riciclo e le cartiere non integrate, soprattutto nella seconda metà del 2022». Tuttavia, «il riciclo della carta è ancora più che mai effettuato in Europa, 96% della carta europea viene riciclata dalle cartiere europee, mentre allo stesso tempo le esportazioni sono diminuite di quasi il 10%, in parte a causa dei prolungati blocchi in Asia». La pandemia da Covid-19 rappresenta ancora un problema.

Visti da vicino

Nel dettaglio, i dati dimostrano che il consumo di carta e cartone non ha subito variazioni degne di nota, soprattutto grazie alla congiuntura favorevole che ha caratterizzato i primi sei mesi dell’anno, nel 2022, in contrapposizione alla debolezza di cui ha sofferto nei trimestri successivi. «A seguito dei recenti cambiamenti nei modelli di consumo», secondo Cepi, «la domanda di carta per uso sanitario e domestico è cresciuta del 3,6% nel 2022. La domanda di carta per uso grafico ha subito un impatto negativo (-1,8%), a causa del calo della domanda osservato nella stampa e nell’editoria. La domanda di carta e cartone da imballaggio è rimasta relativamente stabile (+0,5%) sulla base dei dati disponibili per i primi 9 mesi». Una tendenza al ribasso è stata registrata anche nel segmento della carta da imballaggio, poiché «si stima che la produzione di gradi da imballaggio sia diminuita del 4,6% rispetto al 2021». Inoltre: «all’interno dei tipi di imballaggio, i materiali per astucci – utilizzati principalmente per l’imballaggio da trasporto – e le scatole di cartone ondulato hanno registrato un calo del 4,8%. La produzione di cartone e di altri cartoni da imballaggio», destinati soprattutto agli imballaggi per la vendita al dettaglio, «è diminuita del 4,1%», mentre «la produzione di materiali da imballaggio», generalmente destinati alla produzione di sacchetti di carta, ha segnato un calo di 5,2 punti percentuali. I tipi di imballaggio rappresentano il 59,8% (59,1% nel 2021) della produzione totale di carta e cartone, in termini di quota complessiva, con i tipi grafici che rappresentano il 26,1% (27,7% nel 2021). «La produzione di tutti gli altri tipi di carta e cartone – principalmente per usi industriali e speciali – è diminuita del 6,1%, con una quota del 4,8% della produzione totale di carta e cartone. La produzione di carta per uso sanitario e domestico è aumentata di circa il 2,2% rispetto al 2021, raggiungendo livelli vicini a quelli raggiunti durante la crisi Covid e rappresentando il 9,3% della produzione totale di carta e cartone», ha dichiarato Cepi.

L’effetto giornale…

Per quanto riguarda il settore grafico, la produzione ha evidenziato un calo dell’11,3%, dopo un leggero aumento nel 2021, e insieme al calo del 9,9% della carta da giornale, la carta da stampa e da scrittura ha registrato un crollo dell’11,5 «come risultato di chiusure e conversioni di macchine». Il documento delle statistiche preliminari CEPI prosegue: «la produzione di carta meccanica patinata e di carta meccanica non patinata è diminuita rispettivamente del 19,5% e del 13,2%. I tipi senza legno non patinati – carta per copia – sono diminuiti del 5,8% e quelli patinati senza legno del 12%. Nel complesso, ciò significa che la produzione di carte grafiche patinate e non patinate è diminuita rispettivamente del 15,8% e dell’8,5%. La produzione di carte grafiche senza legno è diminuita dell’8%, mentre quella di carte grafiche meccaniche del 16,3%». Se si considerano le esportazioni verso gli altri Paesi extraeuropei, i dati non appaiono meno preoccupanti, visto che le consegne di carta e cartone dovrebbero calare del 13,3% e le consegne totali dovrebbero registrare un rallentamento del 3,3%. Entrambi i fenomeni sono da considerarsi un effetto collaterale delle criticità riscontrate sul fronte della produzione e quindi innescate da un panorama economico poco brillante. «Alla fine di settembre 2022», hanno osservato gli analisti, «le consegne di gradi grafici sono diminuite del 10,1%, mentre quelle di gradi da imballaggio hanno registrato un lieve calo dell’1%. Le esportazioni sono diminuite del 13,3% a fine settembre, registrando un forte calo in quasi tutte le regioni: Paesi europei confinanti -10,5%, Nord America -2%, America Latina -8,9, Asia -27,9, altri Paesi del mondo -9,7%».

… e l’impatto delle sanzioni

Nel frattempo, le importazioni sono aumentate del 7% circa, «con volumi crescenti provenienti da altri Paesi europei (+21,8%)». Quelli che non sono rappresentati tra i membri del Cepi costituiscono «il 47,4% di tutte le importazioni europee». Il Nord America detiene la seconda quota (23,6%), seguito dall’Asia (16,9%), dall’America Latina (8%) e dal resto del mondo (4,1%). Naturalmente, gli scambi con la Russia sono stati influenzati negativamente dal conflitto e dalle sue conseguenze, in termini di sanzioni e altre misure che l’UE ha attuato per scoraggiare l’operazione speciale di Vladimir Putin. Così, «le esportazioni di carta dell’UE sono diminuite del 68%, mentre le importazioni di carta sono diminuite del 35%». Ciò significa che, nel complesso, «il saldo commerciale di carta e cartone è diminuito del 20% rispetto al 2021, ma rimane positivo». Infine, la produzione di pasta di cellulosa di mercato e integrata è diminuita del 3,7%, con una produzione approssimativa di 35,9 milioni di tonnellate. Scioperi e fermi temporanei hanno colpito duramente l’industria all’inizio del 2022 e se da un lato «la produzione di pasta meccanica è diminuita del 5,4%», dall’altro quella di pasta chimica, che rappresenta il 77% della produzione totale, «è scesa del 3,3% rispetto al 2021». La produzione di pasta per il mercato ha registrato un calo del 3,7%.