Applicare in azienda un sistema di gestione dell’energia (SGE) e farlo in maniera corretta significa collegare il core business all’uso delle risorse e ottenere benefici sotto tanti punti di vista: identificare le opportunità di miglioramento nell’uso dell’energia e ridurre le emissioni climalteranti e nocive.
La prima forma di risparmio dell’energia è non consumarla, la seconda è usarla nel modo migliore. L’energia, tema primario da sempre e non solo per l’industria, è il terreno su cui si giocherà una parte consistente del futuro del pianeta. I cambiamenti climatici per primi impongono un cambio di rotta nella scelta di quale energia consumare e di come farlo. Questioni essenziali alla nostra sopravvivenza che si intrecciano alle difficoltà poste dai precari equilibri geopolitici degli ultimi anni.
In questo complesso quadro, resta la necessità per il mondo delle aziende di adottare strategie energetiche intelligenti. Tra queste rientra, a pieno titolo, l’adozione di sistemi di gestione dell’energia (SGE), a metà strada tra obbligo e opportunità.
L’energia nella strategia aziendale: SGE
Proprio sugli SGE e sugli strumenti che mettono a disposizione delle aziende si è concentrata l’attenzione di Fire – Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia.
In occasione delle più recenti novità normative che riguardano il sistema, la Federazione ha dedicato a queste tematiche anche un webinar – intitolato “I sistemi di gestione dell’energia, un trampolino per il futuro”. Certamente, spiegano a Fire, l’adozione di sistemi di gestione dell’energia implica per le imprese un cambio di mentalità strategica e un’integrazione più stretta tra l’energia e le altre attività aziendali. Si tratta di strumenti importantissimi, spiega Dario Di Santo, direttore di Fire, che permettono di affrontare le sfide sul fronte dell’uso dell’energia al fine di ridurre i rischi delle imprese e i costi, con lo scopo di procedere sulla strada della decarbonizzazione e della sostenibilità. «Tutto questo» dichiara «passa attraverso una serie di azioni di energy management: dall’evitare gli sprechi e gli usi inefficienti dell’energia all’utilizzo di tecnologie efficienti, e ancora a ricorrere alla generazione distribuita, alle fonti rinnovabili o a combustibili in grado di decarbonizzare gli usi energetici; oltre a ridurre la domanda energetica e a ripensare i prodotti e i servizi in ottica sostenibile».
Un sistema di gestione dell’energia, prosegue il direttore, si basa su alcuni punti fondamentali.
In primis la politica energetica, che consente di capire perché un’organizzazione vada in una determinata direzione, e il gruppo di gestione dell’energia o energy team, che è fondamentale e che deve essere capace di aprirsi alle altre funzioni aziendali e con loro collaborare. Vi è poi ciò che consente di agire ovvero l’analisi energetica, che permette di definire obiettivi e piani di azione, il sistema di monitoraggio e tutte le azioni di supporto che consentono di coinvolgere la struttura aziendale all’interno del SGE.
Approccio sistemico all’energia
A cosa serve in concreto avere un sistema di gestione dell’energia e quali sono i vantaggi che può trarne un’azienda? Certamente rappresenta una guida per governare una così importante parte della propria attività. Un SGE, spiega Di Santo, «permette di avere un approccio sistemico nella definizione degli obiettivi energetici, individuando anche gli strumenti e le procedure adeguati per raggiungere tali target. Inoltre, permette di procedere nella direzione del miglioramento nell’uso dell’energia e, al contempo, della riduzione delle emissioni, non solo le climalteranti ma anche quelle nocive, con tutti i benefici che questo comporta». Un altro vantaggio è determinato dal fatto di «garantire il rispetto di tutti i requisiti di legge. Questo consente all’azienda di facilitare l’accesso a risorse per la capitalizzazione dell’impresa, da un lato, e agli incentivi, dall’altro». Proprio queste ultime due voci, precisa il direttore, saranno collegate sempre di più alla sostenibilità dell’impresa, anche in base a quanto stabilito dalla direttiva inerente alla compilazione dei report di sostenibilità. Un ultimo, ma non meno importante, vantaggio del ricorso a un SGE è rappresentato dal fatto che consenta di «ridurre i costi legati al consumo di energia».
In sostanza, afferma Di Santo, «se ben definiti, i sistemi di gestione dell’energia consentono di avviare una trasformazione dell’impresa, con un cambiamento di approccio e un’integrazione tra energia e core business».
Novità normativa: il peso dell’impatto climatico
Tutto quanto visto sinora è certamente normato e, proprio in questo ambito, ci sono interessanti novità. Le norme tecniche di riferimento dei sistemi di gestione dell’energia sono le ISO 5000x. Si tratta di una famiglia che ad oggi, spiega Antonio Panvini, general manager del Comitato Termotecnico Italiano (CTI), conta 24 norme, 5 progetti in fase di sviluppo e 56 Paesi membri. Per l’Italia il lavoro sulle normative è seguito dalla Commissione Tecnica 212 “Uso razionale e gestione dell’energia” che, dice Panvini, è anche interfaccia del Comitato Tecnico europeo JTC 14 – il Cen-Cenelec Joint Technical Committee 14. Quest’ultimo, tra l’altro, è il tavolo tecnico che ha sviluppato la serie di norme sulle diagnosi energetiche.
Le novità sostanziali che cambieranno l’approccio alla gestione dell’energia da parte delle aziende sono due.
La prima risale all’aprile 2024 e deriva dall’ISO, l’organizzazione internazionale di normazione, che ha prodotto un emendamento a tutte le norme sui sistemi di gestione. Si tratta di un modifica molto puntuale «che interviene su due punti specifici delle norme sui sistemi di gestione in generale – quindi la ISO 9001, la ISO 14001 e ovviamente la ISO 50001 – al fine di collegare tutti i sistemi di gestione alla ISO London Declaration on Climate Change». Quest’ultima, spiega Panvini, è una dichiarazione siglata a Londra che fa sì che l’ISO si prenda carico del supporto alla gestione del cambiamento climatico, tramite lo sviluppo di norme dedicate. In sostanza, la dichiarazione «risponde all’esigenza di tener conto dell’effetto dei cambiamenti climatici sulla capacità di raggiungere i risultati attesi dal sistema di gestione» e lo fa decidendo che tutte le norme sui sistemi di gestione dovranno contenere al proprio interno due nuove e specifiche frasi: “Comprendere l’organizzazione e il suo contesto” e “Comprendere le esigenze e le aspettative delle parti interessate”.
Dichiarazioni quindi esplicite e che saranno introdotte in maniera significativa in tutte le norme.
Le frasi riguardano il contesto dell’organizzazione, ovvero del soggetto che deve applicare la norma – per esempio un’azienda – la quale quindi «dovrà stabilire se il cambiamento climatico sia un fattore rilevante. Di fatto non cambia in maniera importante l’attuale sistema di certificazione» precisa Panvini «ma fa in modo che gli organismi di certificazione debbano necessariamente capire se sia stato messo in atto quanto scritto in queste frasi. L’organizzazione quindi dovrà valutare, in maniera molto più formale rispetto a prima, l’impatto sul cambiamento climatico dato dalla sua stessa esistenza».
Il progetto di una nuova norma
L’altra novità è relativa a un nuovo progetto di norma. Ad oggi porta il nome di “ISO/CD 24492” ma il dato interessante è che parla di decarbonizzazione, requisiti e linee guida per l’uso. «Si tratta di una nuova norma che integra in maniera parallela ogni punto delle ISO 50001 e che va quindi utilizzata congiuntamente ad essa» prosegue il general manager di CTI. «Per ogni punto della ISO 50001, di fatto, c’è tutta una serie di azioni, di considerazioni, di obiettivi che devono essere definiti dall’organizzazione per procedere verso la decarbonizzazione».
Questa futura norma, quindi, definisce le linee guida e i requisiti per consentire a un’organizzazione di ridurre le proprie emissioni di gas a effetto serra, che siano legate a tutti i temi energetici, attraverso un sistema di gestione dell’energia.
Nello specifico, il progetto «suggerisce di allineare, per esempio, tutti i sistemi interni, i processi e i rapporti con gli stakeholder per aiutare l’organizzazione a ridurre le emissioni». Altro aspetto fondamentale, «chiede di migliorare la disponibilità e la qualità dei dati, in modo tale che tutte le parti interessate siano in grado di capire come sia posizionata l’organizzazione e come si possa intervenire. Inoltre, l’organizzazione è chiamata a definire in maniera chiara quali sono gli obiettivi di riduzione dei gas serra basati su un valore assoluto di emissioni», aspetto che comporta quindi una valutazione delle emissioni e lo stabilire di quanto le si vuole ridurre.
Il progetto tocca poi un tema importante per le imprese, «si parla di investitori, quindi entra in gioco anche il rischio economico dell’azienda. La nuova norma» prosegue Panvini «spinge a creare una cultura del miglioramento, sviluppando sinergie ancora fra i vari investimenti e fra le diverse azioni che si possono mettere in campo per migliorare le riduzioni delle emissioni di gas climalteranti».
Il tutto in un contesto in cui è necessario definire, da parte dell’organizzazione, una strategia d’azione che l’aiuti a perseguire questi obiettivi. Nel progetto si sottolinea, infine, anche l’importanza – oggi sempre più rilevate per le aziende – di «utilizzare questa stessa strategia di decarbonizzazione per migliorare la propria immagine, fidelizzare i clienti e poi spingerli verso azioni e comportamenti in linea con questa visione dell’organizzazione».
Le diagnosi energetiche che verranno
In ultimo Panvini ricorda un altro progetto in corso, che riguarda la famiglia ISO/DIS 50002. Le tre norme che la compongono sono in fase di lavorazione. «Si sta lavorando assiduamente alla revisione delle 50002 che andranno a sostituire probabilmente le UNI CEI EN 16247 sulle diagnosi energetica».
Nello specifico saranno così suddivise:
– ISO/DIS 50002-1, Energy audits – Requirements with guidance for use — Part 1: General requirements
– ISO/DIS 50002-2, Energy audits – Requirements with guidance for use — Part 2: Buildings
– ISO/DIS 50002-3, Energy audits – Requirements with guidance for use — Part 3: Processes.
Un impegno importante, sottolinea il manager, perché il tentativo è di creare un’unica norma a livello mondiale per le diagnosi energetiche.