
La decisione odierna del Parlamento Europeo di bloccare la legge che avrebbe avuto impatto sulla classificazione della carta da macero come «riciclata» prima che fosse re-immessa nel ciclo produttivo salverà più di 20.000 posti di lavoro «green» diretto e ulteriori 140.000 addetti indiretti nella filiera del riciclo della carta a livello Europeo.
«Grazie alla Risoluzione votata dal Parlamento Europeo viene respinta la proposta di regolamento sull’EOW e finalmente si evidenzia quanto più volte sottolineato dal settore cartario italiano ed europeo e cioè che l’EOW è il mezzo e non il fine» commenta con grande soddisfazione Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta «In altre parole» spiega Medugno «l’EOW è lo strumento tramite il quale si raggiunge una maggiore efficienza nell’uso delle risorse e quindi la European Recycling Society».
Eppure la Commissione Europea (o più propriamente i Servizi della stessa) ha rischiato di perdere di vista questo aspetto essenziale ben evidenziato nella stessa Direttiva Rifiuti n. 98/2008. La proposta di regolamento in discussione avrebbe disciplinato molto bene l’EOW (quando cioè la carta cessa di essere rifiuto) ma ne avrebbe ignorato completamente il fine «nobile». E cioè che il materiale, per dare origine a un vantaggio per l’ambiente, deve essere riprocessato in uno stabilimento, unico ed effettivo momento in cui il risparmio delle risorse e il loro uso più efficiente si concretizza.
«Un ringraziamento particolare al Parlamento, ai gruppi, ai parlamentari italiani che hanno ben compreso la situazione sottoscrivendo addirittura la Risoluzione, come Rossi e Gardini» sottolinea ancora Medugno.
Se la proposta della Commissione fosse stata approvata gli effetti negativi sarebbero stati i seguenti:
– incremento immediato dei costi produttivi per l’industria cartaria europea, valutabile annualmente in 4.3 miliardi di € (+9,8%), spazzando via quello che risulta essere, al momento, un’importante leva competitiva l’unico vantaggio nei confronti dei principali competitor;
– il collasso delle best practices europee sulla carta da macero, portando inevitabilmente a chiusure e licenziamenti, anche di tante piccole e medie imprese, con una perdita valutabile in Europa nell’ordine di 20.000 posti di lavoro «verdi» per il comparto e di altri 140.000 nell’indotto. Un conto assolutamente inaccettabile da pagare, soprattutto in questo momento;
– a causa dell’incremento dell’export e della minore disponibilità di carta da macero (il cui utilizzo richiede meno energia), la crescita della domanda di energia nell’ordine dell’8% e di emissioni in atmosfera del 16%. Infatti, l’export di carta da macero verso l’Asia significa una perdita annuale di energia valutabile intorno ai 32 GWh, un ulteriore costo a carico dei contribuenti comunitari di 3,6 miliardi di €, tre volte di più rispetto al valore generato dalla vendita di questa risorsa all’Asia. Una perdita annuale che, come ricordato, andrebbe ad aggiungersi a un aumento dei costi sociali, alla perdita di posti di lavoro e alla chiusura di molti stabilimenti.