Assocarta

Assemblea Assocarta 2020: carta circolare

L’Assemblea 2020 di Assocarta ha visto il passaggio di testimone tra Girolamo Marchi, Presidente uscente e quello neo eletto dall’Assemblea dei Soci, Lorenzo Poli, AD Cartiere Saci, con la nuova squadra dei vice presidenti, mentre Paolo Culicchi è stato eletto presidente onorario. Ed è stata all’insegna della sostenibilità la relazione del Presidente uscente Marchi, tenuta durante l’Assemblea annuale dell’associazione che questa volta non si è riunita nella “storica” sede romana dell’associazione Civita, che si affaccia sugli oltre due millenni di storia dell’antica Roma ma, vista la pandemia da Covid-19, ha trovato una sede virtuale, fatta di elettroni e byte, tipica del periodo di lockdown appena passato. Una metafora che sembra proiettare un settore “antico” come quello della carta verso un futuro fatto d’innovazione e sostenibilità. Sostenibilità già negli anni scorsi messa a fuoco all’interno delle attività dell’associazione al punto di far compiere, alla stessa, una vera e propria svolta verso l’economia circolare e la tutela ambientale. «Il Green New Deal è l’unica vera chiave per effettuare un Greenrecovery» ha detto Marchi durante il suo intervento in assemblea «Questa da parte nostra è un’affermazione ricorrente, nella quale la nostra Federazione crede profondamente. Lo sviluppo sostenibile sarà fondamentale, anche se occorre non fermarsi ai colori o agli slogan e concentrarsi, com’è nella nostra natura d’imprenditori, a realizzare qualcosa di nuovo e insieme molto concreto». Un intervento quello di Marchi che non si è limitato alle questioni legate all’economia circolare, ma ha affrontato anche gli argomenti legati alla crisi del Covid-19.

Periodo di crisi

Ed è stato un periodo, quello del Covid-19, nel quale in Italia, prendendo come indice l’intervallo tra il 10 marzo e il 4 maggio 2020, sono stati i mesi peggiori dal dopoguerra a oggi, visto che il tasso di mortalità della pandemia è stato di poco superiore alla media mensile della mortalità in Italia della Seconda guerra mondiale, come ha ricordato Marchi.

«L’industria cartaria italiana è un ecosistema essenziale e flessibile che, in una fase straordinaria, ha saputo continuare a svolgere i suoi tanti mestieri: dall’alimentare, all’igiene, dall’informazione, alle nuove carte “virucide”, utilizzate per la produzione di mascherine continuando, peraltro, a svolgere il suo ruolo fondamentale di riciclatore nell’ambito del sistema dell’economia circolare nazionale. La nostra filiera è stata in prima linea durante l’emergenza» ha detto Marchi «esercitando la sua funzione determinante in settori strategici ed essenziali come quello dell’informazione e della cultura, con quotidiani, riviste e libri, dell’imballaggio, basti pensare all’alimentare e al farmaceutico, dell’igiene con le carte igienico-sanitarie. E abbiamo continuato a operare anche come infrastruttura nel riciclo». E proprio per quanto riguarda gli imballaggi di carta e cartone è stato citato uno studio Toluna, realizzato per Two Sides, dal quale si evidenzia che per il 67% degli intervistati, sia italiani sia europei, l’imballaggio di carta è superiore a tutti gli altri sia in termini di sostenibilità, sia di riciclabilità. E i dati sulla carta del primo quadrimestre dimostrano che il settore ha sofferto della pandemia, con delle differenze tra le diverse tipologie di produzione. In generale la produzione cartaria, con i mesi di marzo e aprile 2020 inclusi, ha visto una riduzione notevole, del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco di diminuzione del 4,3% nel mese di aprile 2020. Ma l’impatto è stato diverso per i diversi segmenti. Le carte grafiche sono scese del 15,4% e quelle per altre specialità hanno registrato un meno uno per canto. Positive, invece, le carte per utilizzi igienici e sanitari e quelle per gli imballaggi che hanno visto rispettivamente un aumento del 2,3% e del 2,5%. Sensibile, inoltre, il ridimensionamento del fatturato generale che nel periodo in oggetto è sceso del 10,6%. Numeri importanti se si pensa che quella della carta è una filiera che vale l’1,4% del PIL italiano, con 24,5 miliardi di euro di fatturato, oltre 18mila aziende e circa 170 mila addetti, il tutto con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 3,4 miliardi di euro.

Energia cara

Questi i dati, ma durante l’assemblea il dibattito è ruotato, anche, attorno a quella che è la questione centrale per il settore cartario ed è legata in maniera netta alla competitività delle imprese: il costo dell’energia. Dato che nonostante la discesa dei prezzi continua ad avere un differenziale rispetto all’estero di 2 euro/MWh, per la precisione di 2,15 euro/MWh nell’aprile 2020, con un più 25% del prezzo del gas. «Si tratta di un differenziale di costo dell’energia che continua a essere un problema per la competitività del settore cartario italiano» ha ribadito Marchi. E il settore sotto a questo profilo di sicuro non è rimasto, negli ultimi decenni, a bocce ferme. Le imprese manifatturiere della carta, infatti, visto il loro carattere energy intensive che le caratterizza, da anni si sono attivate alla ricerca delle migliori soluzioni per efficientare al massimo tutta la filiera produttiva, adottando metodologie all’avanguardia, sia per l’elettricità sia per il calore. Però, oggi, la cogenerazione, che è la tecnologia chiave del settore, sta vivendo grandi momenti d’incertezza per la mancanza di regole certe, cosa che lede gli investimenti che entreranno in esercizio nel 2021, a causa degli slittamenti dovuti all’emergenza sanitaria. «E in questo contesto preoccupano i lavori avviati a livello di Ministero dell’Ambiente, volti a eliminare le agevolazioni sull’accisa del gas naturale per usi industriali» ha ribadito Marchi.

Oltre gli ostacoli

Andando oltre a questo quadro, Assocarta conta sul fatto che le proprie specificità, specialmente quelle relative all’efficienza energetica e all’economia circolare, la rendano un attore fondamentale nel quadro del Green New Deal. E a questo proposito ha indicato una serie di priorità.

La prima è la promozione della cogenerazione ad alta efficienza con l’obiettivo di renderla a emissioni zero. La cogenerazione, infatti, supplisce a fabbisogni che non possono essere soddisfatti con altre fonti. «Il DL Rilancio contiene, infatti, misure importanti per poter accedere al regime di sostegno in corso d’anno e l’allungamento a novembre 2020 dell’anno d’obbligo ha significativi effetti positivi sulla visibilità negli investimenti in cogenerazione per il 2021» ha ribadito Marchi.

Oltre a ciò il settore desidera valorizzare il gas come combustibile pulito per la transizione energetica, visto che in il 70% della capacità di riciclo installata utilizza il gas naturale, percentuale che arriva al 100% in Italia. E in quest’ottica per attuare in maniera concreta la Roadmap 2050 a livello italiano, il settore cartario ha avviato una serie di contatti con Snam al fine di verificare l’integrazione tra idrogeno e biogas. «Bisogna però ancora dare attuazione all’art. 39 gas, per ridurre il differenziale di costo esistente tra Italia e altri Paesi europei» ha sottolineato Marchi che ha ribadito il fatto che è necessario, in questa fase, far funzionare al meglio gli strumenti esistenti per l’efficienza e il risparmio energetici, oltre che creare strumenti straordinari per dare liquidità alle imprese. «Un’ulteriore proposta presentata nel DL Rilancio è quella che ha l’obiettivo di far rilasciare i titoli di efficienza energetica, meglio noti come certificati bianchi, con netto anticipo rispetto ai 120 giorni previsti, in modo da sostenere la liquidità delle aziende in questa delicata fase. Poi c’è la questione legata alla capacità di gestione degli scarti del riciclo e dei sottoprodotti che deve essere aumentata e che è fondamentale per qualsiasi politica industriale in materia di economia circolare. Recuperare energia dagli scarti significa chiudere il ciclo del riciclo e ridurre l’impiego delle fonti fossili. Occorre, inoltre, sviluppare l’impiego delle biomasse provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti organici, per produrre energia rinnovabile» ha detto Marchi concludendo questo capitolo.

Rapporti positivi

Interessante, oltre tutto ciò, la questione legata ai rapporti con le associazioni ambientaliste, specialmente nel quadro dell’economia circolare. Sembrano definitivamente passati, infatti, gli anni durante i quali l’industria della carta italiana veniva contestata dagli ambientalisti. I risultati dell’industria cartaria sul fronte ambientale, del resto, sono abbastanza chiari. Sull’efficienza energetica dei processi produttivi, per cui sulle emissioni di CO2, negli ultimi 12 anni l’industria della carta impiega, a parità di prodotto, il 20% in meno d’energia, mentre per quanta riguarda i tassi di riciclo il settore cartario italiano è in pole position. Nel BelPaese, infatti, l’81% della carta viene riciclata, siamo al terzo posto in Europa, mentre a seguire si trovano l’alluminio con l’80%, l’acciaio con il 79%, il vetro con il 76%, il legno con il 63% e la plastica con il 45%. In questo quadro è chiaro che ci siano reciproche attenzioni tra associazioni ambientaliste e industrie del settore. Le prime, infatti, sono consce del fatto che le soluzioni delle questioni e delle problematiche ambientali si giocano, anche e soprattutto, sul fronte delle tecnologie per abbattere gli inquinanti, CO2 in primis, mentre le seconde sanno che senza il supporto sia dei decisori politici sia dell’opinione pubblica incontreranno sempre più opposizioni sul territorio, anche per impianti virtuosi sul fronte ambientale e sociale, come quelli per il riciclo che coniugano tutela ambientale e occupazione. «È dal febbraio 2018 che Legambiente e Assocarta hanno siglato un primo protocollo d’intesa finalizzato a promuovere la bioeconomia circolare, con una particolare attenzione alla raccolta differenziata e al riciclo di carta e cartone, per l’effettiva chiusura del ciclo produttivo» ha detto Marchi riferendosi al fatto che spesso gli esponenti di Legambiente siedono al tavolo degli interlocutori di Assocarta, per proporre una diffusa e corretta informazione circa i benefici dell’economia circolare, anche al fine di sviluppare politiche pubbliche che favoriscano l’economia circolare e la sostenibilità ambientale. E Marchi ha concluso il proprio intervento sottolineando le attività svolte, anche sotto a questo fronte, nell’ultimo periodo della sua presidenza. Sono state siglate, infatti, due dichiarazioni congiunte. La prima tra Assocarta e Legambiente circa l’essenzialità della raccolta differenziata e la seconda con i sindacati sull’essenzialità dell’industria carta. Il 27 marzo 2020 è stato lanciato il primo video #gentedellacarta, mentre il 4 maggio, data in cui è finito il periodo più ferreo di lockdown è stato lanciato un secondo video “L’industria cartaria italiana insieme per la ripartenza”, per sottolineare l’essenzialità dell’ecosistema carta non solo in tempi di crisi, ma sempre e comunque.

«In materia di economia circolare devo dire che se la realtà che rappresentiamo è quella di una filiera che, per ora va a gas, ma idrogeno e biogas sono delle prospettive molto interessanti sulle quali siamo interessati, anche se è necessario valutare le condizioni competitive e capire quali siano le prospettive. Il biogas potrebbe essere la prospettiva dei prossimi anni e ci aspettiamo una crescita della raccolta dei rifiuti organici per svilupparlo, così come questo sviluppo potrebbe arrivare dagli impianti a biogas che utilizzano i rifiuti organici, cosa che consentirebbe di sviluppare migliori rapporti con le collettività. Oltre a ciò questo fenomeno potrebbe collegare in maniera più organica politiche pubbliche e private, facendo trovare obiettivi convergenti dal punto di vista della sostenibilità. Ed è necessario puntare in maniera forte sull’innovazione perché un 20-25% degli obiettivi che ci poniamo saranno raggiunti grazie a nuove tecnologie che dobbiamo ancora scoprire e anche il resto degli obiettivi dovranno poter far conto sull’innovazione» ha detto Massimo Medugno, direttore di Assocarta, rispondendo a una domanda dal pubblico circa l’innovazione nel sistema della carta.

«Al termine del mio mandato, voglio ringraziare il Comitato di Presidenza» ha concluso Marchi. «Un grazie sincero al Consiglio Direttivo, che abbiamo cercato di far diventare un po’ più itinerante e occasione di incontro con interlocutori esterni. Ringrazio la struttura per la sua capacità di seguire i tanti dossier, cresciuti in maniera esponenziale. Buon lavoro Lorenzo Poli, buon lavoro alla nuova squadra di Vice Presidenti e al Consiglio Direttivo rinnovato». L’assemblea, infatti, ha eletto come nuovo presidente Lorenzo Poli che è intervenuto sulle linee della sua nuova presidenza assicurando una linea di sostanziale continuità sui temi chiave dell’industria cartaria, come l’ambiente e l’energia, sottolineando che l’imprevedibilità normativa è il vero e unico ostacolo all’innovazione e allo sviluppo di tutto il settore. «È un onore per me poter portare la mia conoscenza dell’industria cartaria a supporto di tutte le cartiere italiane lavorando o almeno cercando di lavorare su una progettualità industriale – ed energetica – di medio periodo» ha detto Poli. «Vorrei sperare alla fine del mandato di essere stato di aiuto e interprete delle esigenze di tutti i soci, i più grandi e i meno strutturati. Personalmente, in un mondo che ormai vive tutto all’opposizione, dove è sempre facile criticare con la pancia senza cercare di metterci la testa, vorrei per una volta provare a mettermi in gioco e cercare di contribuire positivamente in ciò che conosco: l’industria cartaria italiana».

Chi è Lorenzo Poli

Lorenzo Poli è si è laureato in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1994 e ha svolto la propria esperienza lavorativa nell’azienda di famiglia, Cartiere Saci Spa, dove ha ricoperto diversi ruoli nei vari comparti aziendali. Nell’anno 2000 ne ha assunto la direzione, succedendo al padre Mario Poli, fondatore di Cartiere Saci Spa. Nel 2017 è stato nominato Presidente di AFC (Associazione per la promozione della formazione cartaria) e nel 2018 ha assunto l’incarico di responsabile della delegazione datoriale Assocarta per le trattative di rinnovo del contratto nazionale del settore cartario. È Consigliere di Amministrazione de consorzio Conai dal 2017, ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione del consorzio Comieco di cui è, ora, invitato permanente. Consigliere del Comitato di Presidenza di Confindustria Verona, dopo aver ricoperto la carica di Consigliere di Assocarta, e di Presidente del gruppo carte per involgere e imballo, Lorenzo Poli è ora Presidente di Assocarta.