Federazione Carta e Grafica

Federazione Carta Grafica: greendeal come opportunità

La politica ambientale, sociale e di governance della filiera carta grafica nel quadro del #greendeal: obiettivi, strategie, strumenti e progetti per le industrie cartarie e grafiche. E un aggiornamento sul “Progetto sostenibilità ed economia circolare” della Federazione Carta e Grafica.

La sostenibilità è un tema sempre più ineludibile, un fattore centrale e abilitante anche dell’offerta delle aziende, perché i cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo. Per superare queste sfide, l’Europa ha bisogno di una nuova strategia per la crescita che trasformi l’Unione europea in «un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui nel 2050 non siano più generate emissioni nette di gas a effetto serra; la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse; nessuna persona e nessun luogo sia trascurato».

In sintesi sono gli obiettivi del cosiddetto “Green Deal europeo”, la svolta verde dell’UE che dovrà fare spazio a prodotti a economia circolare e neutrali dal punto di vista climatico nella nostra vita quotidiana, se si vuole raggiungere l’obiettivo di neutralità del carbonio entro il 2050. Un progetto di antica memoria, il cui nome fa riferimento al “New deal”, la politica di revisione nell’economia attuata da F.D. Roosevelt a partire dal 1933 per uscire dalla grande depressione susseguente alla crisi del 1929 e per garantire maggior sicurezza sociale.

Ora il piano rappresenta la tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE. Un “patto” in cui le aziende saranno sostenute a mantenere gli impegni e raggiungere gli obiettivi: «Nella partecipazione allo sviluppo delle relative leggi e regolamenti compatibili sotto il profilo tecnico ed economico» ha affermato Girolamo Marchi, presidente Federazione Carta e Grafica «sosterremo – al contempo – l’accreditamento dell’intera filiera presso le amministrazioni e le istituzioni finanziarie per favorire gli investimenti in un’ottica di sostenibilità e di economia circolare».

Ma non solo, perché per rendere raggiungibili e concrete le strategie della Commissione europea sulla neutralità climatica al 2050, quindi per agevolare il perseguimento della maggioranza dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Federazione ha sintetizzato un Manifesto che riassume le azioni mirate a raggiungere gli impegni della filiera.

Il manifesto della Federazione Carta e Grafica

Il Green New Deal secondo l’industria cartaria italiana:

  1. Promuovere la cogenerazione ad alta efficienza con l’obiettivo di renderla “carbon neutral”
  2. Valorizzare il gas come combustibile pulito per la transizione energetica
  3. Utilizzare in maniera ancora più efficace le misure esistenti per l’efficienza energetica e il risparmio energetico.
  4. Meno tasse e più investimenti
  5. Sbloccare le autorizzazioni sull’EoW, da cui dipendono investimenti e miglioramento ambientale del sistema Italia
  6. Aumentare la capacità di riciclo dell’Italia in campo cartario
  7. Aumentare la capacità di gestione degli scarti del riciclo e dei sottoprodotti
  8. Promuovere la sostenibilità e la riciclabilità dei materiali
  9. Promuovere la qualità delle raccolte differenziate lungo tutto la filiera con criteri EoW in linea con gli standard merceologici utilizzati a livello internazionale
  10. Adottare sistemi di responsabilità del produttore che incentivino l’efficienza e l’efficacia.

Opportunità per la sostenibilità e la circolarità

L’impegno assunto dalla filiera nel nuovo Manifesto favorirà la diffusione di informazioni corrette sulla sostenibilità dell’intera filiera produttiva, a partire dall’uso delle risorse forestali e il riciclo comunicando agli stakeholder associativi gli obiettivi e i traguardi raggiunti, attraverso i propri canali di comunicazioni e gli organi d’informazione. È quindi un’opportunità per la sostenibilità e la circolarità delle aziende di Federazione Carta e Grafica e, sottolinea Marchi, «anche per rilanciare e migliorare l’immagine dell’industria manifatturiera, comunicando anche con l’esterno e rinsaldando il rapporto con i cittadini».

Ma quali sono le tappe del percorso che permetterà alle aziende ad aprirsi a una strategia di sostenibilità che è sempre più centrale rispetto alla valorizzazione dell’azienda e degli stessi prodotti?

Per individuare veri e propri strumenti che consentiranno alle aziende di procedere in questo percorso, la Federazione ha organizzato – via webinar, con il sostegno di UniSalute e in collaborazione di BDO e Forum per la Finanza Sostenibile – un interessante incontro tra esperti per parlare concretamente di sostenibilità ed economia circolare e per presentare spunti formativi. Un evento moderato da Andrea Briganti, direttore di Acimga e uno dei tre direttori della Federazione carta e grafica, che in apertura ha sottolineato come le aziende siano parti di un sistema e osmotiche rispetto ad esso, quindi fattori sì di competitività ma anche di sostenibilità.

Focus sul “Progetto sostenibilità ed economia circolare”

Presentato da Elisabetta Bottazzoli, project manager Federazione Carta Grafica, il progetto sta coinvolgendo e coinvolgerà le aziende che vedono in questa iniziativa una vera e propria “call to action” per integrare la sostenibilità nel loro modello di business. L’obiettivo è di supportare le aziende a cogliere pienamente i vantaggi di una strategia sostenibile integrata nel proprio business model.

Un progetto che vede nel proprio motto “Uniti nella diversità” una strategia di filiera nel rispetto della propria peculiarità e che si avvale della collaborazione di UniSalute, BDO e Forum per la Finanza Sostenibile.

Le quattro fasi del progetto

La prima, che si è oramai conclusa, ha permesso di strutturare il confronto con le 21 aziende che sono state coinvolte nello sviluppo del tool e del protocollo. È la fase in cui sono stati individuati degli indicatori che devono essere in grado di rendicontare in modo chiaro e trasparente rispetto a differenti interlocutori, che chiederanno sempre di più la capacità di monitorare, misurare e porre degli obiettivi di miglioramento dei propri impatti ambientali, sociali ed economici rispetto alla propria attività.

La seconda e la terza fase – dello sviluppo protocollo e del test pilota – si sono oramai unificate perché i due strumenti sono strettamente correlati l’uno con l’altro: è oramai chiusa la raccolta dei feedback da parte delle aziende coinvolte e si sono create le condizioni per poter mettere appunto il protocollo.

Verso l’individuazione del tool di autovalutazione

Nel tool di autovalutazione è fondamentale la correlazione con la rilevanza per la finanza sostenibile – quindi strumenti finanziari, crediti bancari che chiedono una puntuale rendicontazione dei proprio impegno della sostenibilità  – ma anche con gli Sustainable Development Goals (SDGs).

Le aziende che hanno partecipato in questa prima fase hanno avuto che fare con una molteplicità di indicatori; da questa fase inizia la strutturazione del tool, che deve essere uno strumento di facile accesso e utilizzo che consente alle aziende che partono da zero di individuare il proprio posizionamento e individuare un percorso di miglioramento verso una rendicontazione sempre più completa capace di rispondere alle esigenze dei diversi interlocutori; mentre le aziende più evolute saranno in grado di fare un percorso di miglioramento rispetto ai KPI (Key Performance Indicator) rilevati.

Presto ci sarà la presentazione degli strumenti e dei risultati finali.

La struttura del protocollo

Il protocollo consta di due anime, spiega Bottazzoli: la prima consente di aiutare le aziende a monitorare l’evoluzione del contesto normativo istituzionale, andando a elencare i punti fondamentali da avere presente. Attraverso l’azione su questi temi, la Federazione ha l’ulteriore obiettivo di contribuire a rendere raggiungibili e concrete le strategie della Commissione europea sulla neutralità climatica al 2050, nonché di agevolare il perseguimento della maggioranza dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, come definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A questa prima parte segue una seconda, legata al tool, che riguarda come un’azienda debba gestire la propria rendicontazione della sostenibilità anche per essere in grado di sfruttare tutte le opportunità che vengono offerte da questo contesto in costante movimento.

Un’analisi trasversale

Non sono state evidenziate delle specificità di settore tra le aziende di Assocarta, Assografici e Acimga, sottolinea Bottazzoli: c’è una omogeneità di risposte e una grande sensibilità rispetto a tutte le tematiche ambientali. Vi è invece una certa differenza nel passaggio da grande a piccola-media impresa, perché mentre le grandi imprese sono già predisposte a questo genere di rendicontazione, molte piccole imprese fanno tante attività riconducibili sotto il cappello della sostenibilità e sotto dell’economia circolare stessa, ma la danno per scontata e non raccontano in modo efficiente quello che fanno, percependo questo aspetto come un costo, mentre l’intento è di fare comprendere che è un modo per valorizzare quello che fanno.

Vantaggi di una strategia sostenibile

  1. Mediante il miglioramento della reputazione e incremento di valore del brand aziendale
  2. Migliore posizionamento della supply chain anche in termini di partner selection in base a requisiti etici, ambientali e sociali
  3. Miglioramento di risk assessment e risk management
  4. Incremento del capitale relazionale tra imprese stesse
  5. Maggior supporto degli stakeholders
  6. Attrattività per i talenti e valorizzazione delle risorse umane
  7. Migliore accesso del mercato di credito
  8. Miglioramento del rating di legalità.