Cuscinetti

SKF per l’industria pulp&paper: programmi per il miglioramento della performance

L’approccio SKF all’efficienza del ciclo di vita dei macchinari si basa su una visione di economia circolare e sui concetti di riduzione, riutilizzo e riciclo in ottica di “redesign e improve”. L’analisi e interpretazione dei dati di funzionamento delle macchine permette agli ingegneri dell’applicazione SKF di proporre soluzioni migliorative, che possono andare dalla sostituzione del cuscinetto al suo ricondizionamento e reingegnerizzazione.

Il ricondizionamento cuscinetti ha un impatto positivo in termini di costi operativi, impatto ambientale e RCFA. La riduzione dei costi operativi si traduce in una riduzione del TCO, che ha un rilevante impatto per cuscinetti per cilindro monolucido o cilindri della sezione presse.

La RCFA ha a sua volta un impatto sull’MTBF e sull’OEE.

Il ricondizionamento dei cuscinetti si basa su tre fasi.

La prima fase è la fase di analisi. Viene effettuato un prelavaggio del cuscinetto, l’ispezione visiva, le misurazioni, lo smontaggio e pulizia dei componenti e la loro misurazione, gli eventuali ultrasuoni in caso di cuscinetti rulli stampa/cilindri Yankee, la classificazione dei danneggiamenti, l’archiviazione dei dati e il report tecnico.

La fase successiva è rappresentata dalle operazioni di ricondizionamento. Si procede con la rigenerazione o fabbricazione degli elementi volventi e delle piste di anelli, il ricondizionamento delle superfici esterne degli anelli, la ricostruzione o sostituzione della gabbia. Gli ulteriori step comprendono la pulizia, misurazione e ispezione visiva dei componenti, il montaggio dei cuscinetti, la marcatura, l’ispezione finale e misurazione del gioco, la conservazione e confezionamento e la registrazione dei parametri in uscita.

La terza fase prevede l’utilizzo delle informazioni per la RCFA e il miglioramento MTBF della macchina e l’utilizzo dei certificati di ridotto impatto ambientale della pratica di ricondizionamento ai fini della valutazione Scope 3 del cliente. Il risultato finale è l’utilizzo di un prodotto ricondizionato con garanzia di standard qualitativi SKF assimilabili al nuovo.

Produrre un cuscinetto nuovo implica diverse fasi e processi. Ricondizionare un cuscinetto, invece, implica un minore numero di fasi, che si traduce quindi in un minore impatto ambientale per quanto riguarda consumo di energia, acciaio, emissioni e scarti. Rigenerare un cuscinetto comporta un impiego di energia che, in base al livello di servizio richiesto, è il 60%-95% in meno rispetto a quello impiegato per la produzione del nuovo, con una proporzionale riduzione di CO2.

Un caso di riferimento in ambito pulp&paper riguarda il ricondizionamento di cuscinetti montati su un cilindro pressa, con un tempo di servizio di due anni. I cuscinetti sono di tipo 241/500 ECAK30/C3W33 e C41/500 K30M/C083W4. Il saving in termini di CO2 del ricondizionamento è pari a 3,9 tonnellate. Basti pensare che una tonnellata di CO2 corrisponde a circa 8.400 chilometri percorsi da un’automobile.

Il ricondizionamento di un cuscinetto 230/630, tipicamente utilizzato nel settore P&P, contribuisce ad evitare 975 kg di CO2 (non incluse le emissioni connesse ai trasporti dalla fase di produzione delle materie prime al prodotto finito).